Arquata Scrivia, inaugurazione con giornalismo di qualità per l’Unitre Arquata-Grondona

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di Gianni Caccia

Sabato 28 settembre nella bella cornice del Teatro della Juta di Arquata Scrivia, si è tenuta l’inaugurazione dell’anno accademico 2024/25 dell’Unitre – Università delle Tre Età di Arquata-Grondona. L’associazione, nata nel 2011 con l’obiettivo di perseguire, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, avvalendosi dell’attività di volontariato dei propri associati, si è distinta negli anni per la sua capacità di unire persone di diverse età e provenienze, creando un insieme di relazioni e collaborazioni che travalica i confini generazionali.

Grazie all’impegno dei suoi volontari, Unitre è in grado di realizzare una vasta gamma di progetti e iniziative, tra cui interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso l’organizzazione di visite guidate, laboratori ed eventi culturali; iniziative finalizzate all’inclusione sociale di tutte le persone, senza distinzione di età, origine o condizione sociale; attività educative e formative, rivolte sia ai giovani, anche minorenni, sia agli adulti, con l’obiettivo di promuovere l’apprendimento continuo e il contrasto alla povertà educativa.

Nella prima parte della serata la presidente dell’associazione, professoressa Luisella Salice, ha illustrato l’offerta formativa dell’Unitre per l’anno accademico 2024/2025: un ampio ventaglio di corsi, che tocca gli ambiti più vari spaziando dalla pittura alla letteratura, la filosofia, la storia, l’astronomia, la musica, la cucina, la floricultura, le discipline orientali come yoga, Nei Gong e Tai-chi, le lingue straniere, offrendo una vasta gamma di opportunità per coltivare talenti nascosti, approfondire passioni e acquisire nuove conoscenze.

La seconda parte della serata è stata dedicata a un’interessante conferenza dal titolo Mezzo secolo di giornalismo e public relations visti (molto) da vicino. Il relatore, dott. Gualberto Ranieri, presidente dell’Unitre di Acqui Terme, giornalista con mezzo secolo di esperienza nel settore e corrispondente di quotidiani nazionali anche dall’estero, in particolare da Gran Bretagna e Stati Uniti, dapprima ha tracciato l’evoluzione tecnologica del giornalismo dagli inizi del Novecento ai giorni nostri; successivamente ha preso in esame il ruolo del giornalismo nel contesto attuale e in quello futuro, con particolare riferimento ai rischi corsi dalla libertà di stampa e al ruolo delle fake news. Rispondendo alle domande del collega Maurizio Iappini, moderatore della serata, Ranieri ha lucidamente analizzato le differenze tra l’informazione in Italia e in altri Paesi europei e quella dei Paesi anglosassoni, dove ancora esiste la separazione tra i fatti e le opinioni, evidenziando le responsabilità dei giornalisti stessi nella diffusione di notizie non sempre attendibili o di un’informazione omologata e ponendo l’accento sul dovere morale, da parte di chiunque accede alla carta stampata o ad altri canali per poter capire la realtà, in un’epoca in cui il web e i social hanno diffuso in maniera esponenziale le fake news o comunque le notizie addomesticate, di consultare le fonti più attendibili, filtrandole e confrontandole con spirito critico.