TorinoFilmFestival giorno per giorno 4

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di Patrizia Monzeglio

In questa miscela di glamour, prime visioni e rassegne che è il TFF 2024, le conferenze stampa
sono un momento importante per incontrare attori e registi e ascoltare ciò che hanno da dire sul
loro lavoro e su alcune tematiche legate alla nostra contemporaneità, tematiche che il cinema
affronta da angolazioni sempre nuove.
Domenica 24 novembre è stata la volta di Sharon Stone e Emmanuelle Bèjart, due attrici di fama
internazionale che a Torino sono state invitate per ricevere il riconoscimento “Stella della mole”.
Sharon Stone, protagonista e produttrice del film “Pronti a morire” del 1995, proiettato in sala nel
pomeriggio, ha ricordato i suoi esordi di modella a Milano e il rapporto di amicizia che la lega a
Martin Scorsese con cui aveva girato “Casino”, un regista che dice di apprezzare non solo per la
professionalità ma anche per il senso di lealtà e di famiglia che lo contraddistingue.
Oltre alle domande relative al mondo del cinema, non sono mancate quelle riferite ai problemi della
nostra società, domande a cui l’attrice non si è sottratta prendendo ogni volta posizione anche
sugli argomenti più delicati: dal contesto politico americano («dobbiamo riflettere su chi scegliamo
per governarci»), ai rischi sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale («non credo che siamo destinati a
soccombere»). Non poteva mancare, in concomitanza con la ricorrenza di questi giorni, una
domanda sulla violenza verso le donne alla quale, con grande fermezza la Stone ha risposto
esortando tutti, donne e uomini, a esser solidali allontanando e isolando i violenti anche quando
sono amici. «Non si può girare lo sguardo dall’altra parte. – ha ribadito – Non possiamo limitarci a
dire che le donne vanno aiutate, gli uomini bravi le devono aiutare».
Il tema della violenza e degli abusi è stato poi centrale nell’incontro con Emmanuelle Béjart che al
TFF 2024 ha presentato il documentario “Un silence si bruyant” realizzato in collaborazione con la
giornalista Anastasia Mikova. Nel 2023 l’attrice ha rivelato di essere stata vittima di incesto da
bambina e con la sua testimonianza ha aperto una breccia nel muro di silenzio innalzato dalle
stesse vittime che spesso non trovano il coraggio di denunciare pubblicamente i loro aggressori.
«Solo l’1% dei processi è vinto dalle vittime» ha detto nel corso dell’incontro l’attrice ed è per far
sentire la loro voce che ha voluto realizzare il documentario raccogliendo altre testimonianze. «C’è
voluto un anno per entrare in contatto con queste persone. Non volevo che a parlare fossero
specialisti, volevo solo essere umani. (…) L’importante è essere ascoltati e in Francia ci stiamo
battendo per far vedere questo documentario il più possibile».