Pozzolo Formigaro, Poeta ? No grazie: l’iniziativa di puntoacapoEditrice

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di Gianni Caccia

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Nel pomeriggio di sabato 7 giugno il Castello di Pozzolo Formigaro ha ospitato la terza edizione della manifestazione Poeta? No grazie, organizzata dalla puntoacapoEditrice col patrocinio del Comune e della locale Biblioteca Civica. Ideatore e moderatore dell’incontro è stato Mauro Ferrari, direttore editoriale della puntoacapoEditrice, oltre che poeta e saggista di vaglia.

L’evento, dal titolo tra il provocatorio e il divertito, ha visto la partecipazione di autorevoli poeti e critici, attivi nel campo della poesia anche come editori, direttori di annuari, curatori di collane, provenienti da varie parti d’Italia: Giuseppe Carlo Airaghi, Daniele Barbieri, Rocío Bolaños, Sergio Daniele Donati, Gianfranco Lauretano, Elisa Malvoni, Carlo Penati, Daniela Pericone, Cristiano Poletti, William Wall (quest’ultimo poeta irlandese residente in Italia). Ciascuno di loro, tramite interventi critici e letture, ha fornito il proprio contributo alla questione centrale dell’evento, ossia il senso, i temi e le idee attorno alle quali ruota il fare poesia oggi.

Gli autori hanno fornito una risposta esaustiva tramite la lettura di alcuni loro testi, che hanno rappresentato uno specchio interessante sul meglio della poesia contemporanea in Italia; dal canto loro i relatori, non di rado presenti anche nella veste di poeti, hanno posto con lucidità, talvolta condita da ironia, l’accento sul problema della discrepanza fra il numero enorme di quanti scrivono in versi e di titoli pubblicati ogni anno nel nostro paese e la necessità di un vaglio critico che definisca il peso e il senso del fare poesia oggi al di là del piacere e della soddisfazione personale. E proprio alcuni di essi hanno messo in evidenza l’attuale marginalità della poesia a livello di pubblico, di lettori e di vendite, ma anche le responsabilità che spesso coinvolgono gli stessi addetti ai lavori, quali la tendenza a chiudersi in sterili torri d’avorio, l’autoreferenzialità, la concezione della poesia come diario o semplice valvola di sfogo, spesso purtroppo non sorretta da adeguate conoscenze di letteratura poetica o di competenze tecniche; responsabilità che spesso esulano dalle “distrazioni” dei social o più in generale dei media, spesso chiamati in causa in queste occasioni, perché proprio dalla reazione alla banalizzazione che investe anche e soprattutto il linguaggio nasce spesso il bisogno autentico di poesia.

È emersa inoltre l’assenza di un canone condiviso sulla poesia contemporanea, cui non hanno sufficientemente contribuito alcune più o meno recenti antologie, e di riflesso i programmi scolastici, fermi ad autori ormai defunti; un ovvio che coinvolge la poesia, la critica, l’editoria, la scuola, e di riflesso la vita culturale del Paese.

Insomma, l’iniziativa organizzata dalla dinamica casa editrice dell’Oltregiogo ha rappresentato una riflessione informale ma allo stesso tempo puntuale sulla poesia e sulle più genuine motivazioni che da sempre spingono l’uomo verso questo genere letterario, che a dispetto della sua marginalizzazione nei suoi esiti più alti «vince di mille secoli il silenzio