Alessandria, EscoBar dove è nato il ‘marocchino’

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di Sara Bovone

Dalla Piazzetta della Lega Lombarda, dove convergono le vie centrali della città, si respira spesso aria di festa: i bambini giocano, gli adulti si fermano per scambiare due parole, e oggi come nel corso della storia di Alessandria, rimane un punto di ritrovo per tutti.

Osservo le persone dal tavolino del bar storico Escobar, gestito ormai da quindici anni da Dalibor Andric e la sua famiglia. Il dehors è sempre pieno di clienti fedelissimi, dei quali i titolari parlano con affetto. Ricordano con tenerezza episodi come quello di un cliente che disse: “Ero dall’altra parte della città, ma non potevo fare a meno dei vostri panini al prosciutto”, o di una bambina che, in vacanza, si rifiutava di fare colazione altrove.

Qual è il segreto del vostro successo? “Non abbiamo mai investito sulla pubblicità, investiamo solo sulla soddisfazione dei nostri clienti, che sono il nostro valore,” afferma il titolare. È per questo che insieme al loro giovane staff, accolgono i clienti sette giorni su sette, tutto il giorno.

A colazione servono sia dolce che salato, inclusa una torta al cioccolato gluten free. A pranzo offrono piatti per accontentare tutti i palati, appoggiandosi anche alla macelleria Balza, una colonna portante della gastronomia alessandrina.

Non mancano i ricchi aperitivi e una carta dei vini ricercata, con particolare attenzione alla selezione delle bollicine. Dopocena, la piazza si riempie invece della clientela giovanissima.

Dalibor è fiero di ciò che hanno creato e della sua città. Forse è anche per questo che dal suo bancone si può leggere chiaramente la frase: “Nel 1929 in questo locale nasce il caffè marocchino”, una bevanda della quale si sono perse le certezze storiche, ma che sappiamo essere stata inventata proprio ad Alessandria e deve il suo nome alla striscia di cuoio utilizzata per decorare i cappelli della famosa azienda Borsalino.

“La leggenda narra che un operaio della ditta vide questa bevanda per la prima volta e esclamò -U smea in maruchën”, cioè -Sembra marocchino-“.

Insomma non sappiamo se la prima volta il marocchino si stato fatto proprio all’Escobar, ma la certezza è che qui si continua a raccontare che questa ricetta è un orgoglio tutto alessandrino.