Ruché, una storia di successo a Castagnole Monferrato

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di Sara Bovone

Esiste un vitigno autoctono piemontese che nonostante sia sempre stato coltivato non ha avuto successo fino all’arrivo del parroco Don Giovanni Cauda negli anni ’60, che fu il primo a credere nel potenziale del Ruché, la cui ‘patria’ è Castagnole Monferrato.

Per conoscere come questo vitigno evolve e si trasforma, capire come il terroir può modificare il risultato finale così come le tecniche di vinificazione è necessario fare una visita all’azienda agricola Ferraris.

Producono Viogner, Barbera e Moscato, ma senza dubbio il loro cavallo di punta è il Ruché. Ben cinque etichette differenti possono dimostrare durante una degustazione quanto il terroir e il lavoro in cantina siano importanti.

È Chiara ad accogliere i clienti nella sala degustazione e con fierezza racconta la storia di Luca Ferraris che solo nel 1999 ha cominciato a produrre vino e in pochi anni ha creato un punto di riferimento per il Ruché.

Una storia di successo quindi, che ha permesso a Luca di prendersi cura dell’appezzamento di Don Giovanni Cauda tramite Francesco Borgognone.

Prenotando una visita in cantina si ha la possibilità di degustare fino a cinque vini, andando a percorrere la storia dell’azienda e diverse tecniche di affinamento.

Partendo da “Sant’Eufemia”, che prende il nome dal vitigno, dove troviamo la freschezza di un vino con affinamento in acciaio si passa al “Clasic”, il primo Ruché prodotto da Ferraris, in questo caso vengono selezionate le migliori uve di ogni vigneto.

“Vigna del Parroco” oltre ad avere le famose uve che una volta erano di proprietà del Don, subisce un percorso differente: il 20% del vino viene affinato in tonneaux e il restante 80% in acciaio, solo dopo 5 mesi viene riassemblato.

“Castelletto di Montemagno” invece esprime caratteristiche diverse grazie al terreno particolarmente calcareo di Montemagno.

Arriviamo a concludere in bellezza con “Opera Prima”, una riserva che fa due anni di affinamento in tonneaux e un anno in bottiglia.

Le uve utilizzate provengono da Bricco della Gioia, dove l’esposizione al sole ideale rende le uve zuccherine.

Il vino che si ottiene è ideale per un momento di relax e infatti è con questa sensazione che si concludono gli assaggi.

Luca Ferraris è un imprenditore che in pochi anni, partendo da poco ha costruito un’azienda solida, con un obiettivo che è sempre chiaro a tutti: dare al Ruché l’onore e il rispetto che si merita.