Emergenza settore vitivinicolo piemontese.

Piemonte: Emergenza settore vitivinicolo piemontese.

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Riceviamo e pubblichiamo: COMUNICATO STAMPA DEL 18/08/2025

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OGGETTO: Emergenza settore vitivinicolo piemontese.
La grave crisi che sta colpendo il settore vitivinicolo piemontese e nazionale, una realtà economica e
socio-culturale di primaria importanza per il nostro territorio, ha raggiunto il livello di non ritorno che sta portando alla chiusura di numerose aziende. In particolare, segnaliamo il drastico calo dei consumi che ha coinvolto numerose denominazioni di origine controllata e garantita, tra cui l’Asti DOCG e a catena quello dei vini per di consumo quotidiano. A fronte di ciò, oggi industria e consorzi comunicano livelli preoccupanti di stoccaggi invenduti, chiedono la distillazione di emergenza, nonostante in anni recenti gli stessi soggetti abbiano richiesto sblocchi vendemmiali e addirittura aumenti di superficie vitata (vedi allargamento della zona Asti solo pochi mesi fa ) per compensare i cali di resa dovuti a condizioni climatiche avverse, fitopatie e danni causati dalla fauna selvatica, dimostrando ancora una volta di non avere una strategia a lungo termine. Sin da allora, avevamo espresso forti perplessità su tali misure, rimaste completamente ignorate da chi guida il comparto.
Oggi, il viticoltore si trova in una posizione di massima fragilità: affronta costi di gestione crescenti
e la prospettiva di prezzi che non permetteranno di coprire i costi, il tutto sotto la minaccia di non ritirare il prodotto. Per tutelare il prezzo delle uve alcuni consorzi sono intervenuti con un abbassamento delle rese nei disciplinari, impedendo in molti casi la rivendicazione a DOCG di parte delle uve presenti in vigneto. Oltre a questa manovra forse indispensabile, ma fortemente impattante sul reddito del viticoltore, alcuni soggetti della filiera propongono ribassi di prezzo delle uve, favorendo esclusivamente l’interesse dell’industria. A nostro avviso è una forte speculazione, ancor più dopo anni difficili a causa di siccità e costi di gestione elevatissimi.
La situazione è ormai insostenibile
A fronte di pochi, sporadici insediamenti di giovani, assistiamo alla chiusura o al ridimensionamento di molte aziende storiche, i cui titolari sono costretti a ricorrere a lavori extra, al di fuori della propria azienda, per integrare il reddito. Ciò comporta un grave impoverimento dal punto di vista umano, sociale e porterà inevitabilmente alla perdita di competenze e tradizioni con gravi conseguenze anche sul mantenimento del territorio e dei paesaggi che fanno da traino per il turismo. Inoltre rende sempre più difficile la formazione del capitale umano, di giovani, indispensabili alla futura ripresa del settore.
È quindi urgente un intervento strutturale a lungo termine con una revisione delle regole per gli
impianti a tutela delle aziende agricole in primis e tempestivo-immediato intervento con
immissione di liquidità per salvare le aziende vitivinicole
, vere custodi del territorio, della cultura e dell’identità piemontese. Per questo noi proponiamo:

Sospensione di tutti i pagamenti alla pubblica amministrazione, in primis i contributi
previdenziali
Intervento atto a ridurre gli stoccaggi (distillazione)
Ristori per le aziende
Inoltre servirebbe più promozione delle DOCG, soprattutto della parte industriale, e una semplificazione delle pratiche per il ricorso a manodopera occasionale.
Ancora una volta chiediamo alla Regione Piemonte di aprire un tavolo permanente a cui
possano sedersi tutte le associazioni, grandi e piccole, che difendono gli interessi del comparto
agricolo.