E’ stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Ovada l’ordine del giorno proposto dal gruppo di maggioranza Insieme per Ovada sulla Palestina.
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L’unanimità è stata raggiunta con l’inserimento di alcuni emendamenti proposti dalle minoranze.
L’ordine del giorno, proposto dall’assessore Sabrina Caneva, dopo aver preso atto che ciò che sta accadendo a Gaza e in Palestina “è contrario, oltre che al concetto stesso di umanità, a tutte le norme civili internazionali e che nei territori palestinesi occupati illegalmente da Israele vige un sistema basato sulla discriminazione legale e sistematica che corrisponde alla definizione internazionale di apartheid, condanna, senza ambiguità, le scelte del governo israeliano e le sue azioni criminali nei confronti del popolo palestinese, che rappresentano una palese e documentata violazione del diritto internazionale e dei diritti umani”.
Condanna altresì la strage rivendicata da Hamas, avvenuta ottobre 2023 e si associa alle richieste di liberazione degli ostaggi; sottolinea come le stragi indiscriminate di civili palestinesi abbiano origini ben più lontane: la prima risale al 1948 e fu effettuata a Deir Yassin il 9 aprile 1948.
Il Consiglio comunale inoltre chiede al Governoitaliano il riconoscimento delloStato di Palestina così come già riconosciuto da altri paesi europei come: Spagna, Norvegia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito, Francia; chiede ai rappresentanti istituzionali italiani ed europei e delle Nazioni Unite che si attivino con urgenza per:
il cessate il fuoco immediato e l’ingresso di aiuti umanitari sufficienti per tutta la popolazione palestinese;
l’imposizione di sanzioni ed embargo totale sulle armi a Israele e la sospensione di tutti gli accordi commerciali e degli investimenti in Israele, incluso il congelamento dei beni, a entità e individui coinvolti in attività che potrebbero mettere in pericolo i palestinesi.
Infine, si impegna a discutere unitariamente un nuovo o.d.g. sul tema della pace e del riarmo.
“Aver raggiunto l’unanimità su questo ordine del giorno – sottolinea l’assessore Sabrina Caneva – è senza dubbio un grande risultato. Ringraziamo tutto il consiglio comunale. Questo è uno di quei momenti tragici della storia in cui bisogna scegliere da che parte stare, senza esitazioni e distinguo, e Ovada ha dimostrato di stare dalla parte della pace e del diritto internazionale”.
Ordine del giorno: Pace in Palestina
PREMESSO CHE
Da due anni, a seguito della terribile strage perpetrata da Hamas il 7 ottobre 2023 e condannata da tutta la comunità internazionale, il Governo di Israele, nella forma di una spietata campagna militare ancora in corso, ha causato la morte o il ferimento grave di decine di migliaia di palestinesi, la stragrande maggioranza dei quali civili innocenti, tra cui un numero allarmante di bambini( i dati sono in continuo aggiornamento) nonché un livello spaventoso di distruzione di alloggi, strutture mediche, scuole, centri di distribuzione alimentare, siti produttivi e infrastrutture essenziali di Gaza;
Le stragi di civili in Palestina hanno origini lontane; la prima fu effettuata a Deir Yassin, il 9 aprile 1948.
DATO ATTO CHE
l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato in data 18/09/24 una risoluzione che chiedeva a Israele di porre fine alla presenza illegale nel Territorio palestinese occupato entro 12 mesi, in conformità con il parere emesso dalla Corte internazionale di giustizia (CIG) a luglio 2024;
tale risoluzione rispondeva alle richieste avanzate da tempo dal popolo palestinese e da molti stati in tutto il mondo e mirava a mettere in atto lo storico parere della CIG, che conferma l’obbligo di Israele di porre fine alla sua occupazione illegale del Territorio palestinese occupato (ormai dal 1948) e alla discriminazione sistematica contro la popolazione palestinese;
la reazione di Israele al 7 ottobre 2023 è stata indiscriminata e del tutto sproporzionata ed il Segretario dell’ONU, con progressive e continue raccomandazioni e pubbliche dichiarazioni, ha chiesto ad Israele di fermarsi;
In una nota congiunta il Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, insieme al Patriarca greco ortodosso Teofilo III dichiarano che “Dallo scoppio della guerra il complesso greco-ortodosso di San Porfirio e il complesso della Sacra Famiglia sono stati rifugio per centinaia di civili. Tra loro ci sono anziani, donne e bambini. Tra coloro che hanno cercato rifugio tra le mura dei complessi, molti sono indeboliti e malnutriti a causa delle difficoltà degli ultimi mesi. Lasciare Gaza City e cercare di fuggire verso sud sarebbe una condanna a morte. Non sappiamo esattamente cosa accadrà sul campo non solo per la nostra comunità, ma per l’intera popolazione. Facciamo nostro quanto affermato qualche giorno fa da Papa Leone XIV, ‘Tutti i popoli, anche i più piccoli e deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nella propria terra; e nessuno può costringerli all’esilio'”.
CONSIDERATO CHE
la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato che esiste un rischio plausibile di genocidio con parere del 19/07/25;
le continue restrizioni imposte dalle autorità israeliane alla distribuzione di aiuti a Gaza e gli attacchi a importanti agenzie umanitarie come l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente), hanno causato immense sofferenze alla popolazione rimanente, costretta a vivere in condizioni disumane e indicibili;
Le organizzazioni delle Nazioni Unite hanno confermato una carestia di massa a Gaza dove diversi bambini e adulti sono già morti di fame;
Continuano massicci attacchi contro le persone in fila per chiedere cibo, contro gli ospedali, le scuole, edifici di culto, giornalisti e organi di informazione.
La via della pace passa per il riconoscimento di due popoli e due Stati
ATTESO CHE
Ciò che è capitato è contrario, oltre che al concetto stesso di umanità, a tutte le norme civili internazionali;
nei territori palestinesi occupati illegalmente da Israele vige un sistema basato sulla discriminazione legale e sistematica che corrisponde alla definizione internazionale di apartheid.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI OVADA
• condanna senza ambiguità le scelte del governo israeliano e le sue azioni criminali nei confronti del popolo palestinese, che rappresentano una palese e documentata violazione del diritto internazionale e dei diritti umani;
• condanna la strage, rivendicata da Hamas, avvenuta il 7 ottobre 2023 e chiede l’immediata liberazione degli ostaggi;
•si impegna per discutere unitariamente un nuovo o.d.g. sul tema della pace e del riarmo;
•chiede al Governo italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina così come già riconosciuto da altri paesi europei come: Spagna, Norvegia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito, Francia;
• chiede ai rappresentanti istituzionali italiani ed europei e delle Nazioni Unite che si attivino con urgenza per:
il cessate il fuoco immediato e l’ingresso di aiuti umanitari sufficienti per tutta la popolazione palestinese;
l’imposizione di sanzioni ed embargo totale sulle armi a Israele e la sospensione di tutti gli accordi commerciali e degli investimenti in Israele, incluso il congelamento dei beni, a entità e individui coinvolti in attività che potrebbero mettere in pericolo i palestinesi.
Impegna il Sindaco a dare la massima diffusione del presente Ordine del Giorno alla cittadinanza e ad inoltrarlo agli Organi superiori.