

Ovada, i Mille papaveri rossi di Sergio Badino
di Nico Colani
La rassegna “Incontri d’Autore” della Biblioteca Civica “Coniugi Ighina” continua l’ 11
maggio all’Istituto “Santa Caterina” delle Madri Pie di Ovada.
L’appuntamento riservato agli studenti, è stato con l’autore fumettista e saggista Sergio
Badino, e con la presenza dalla Prof.ssa Francesca Gualco e aveva per oggetto il volume
“Mille Papaveri Rossi” (Piemme, 2023) dello stesso Badino. Questo romanzo immagina la
storia di Piero prima della scena descritta nella famosa canzone di Fabrizio De André, La
Guerra di Piero.


La canzone di De Andrè è infatti incentrata sulla storia del giovane Piero, un soldato che,
mentre si reca con la tristezza negli occhi al fronte, incontra un militare nemico,
probabilmente anche lui non felice di essere al fronte, e esitando, non spara perché
riconosce nel nemico un uomo con la sua stessa angoscia. Tale esitazione gli è fatale,
perché dal nemico un colpo che lo uccide, lasciandogli solo il tempo di dedicare un ultimo
pensiero all’amata Ninetta prima di spirare, dopodiché il suo cadavere finisce “sepolto in
un campo di grano” in mezzo a “mille papaveri rossi”. Questa è una breve sintesi della
famosa canzone.
La canzone, in primo momento non ebbe clamore, ma successivamente diventò un vero e
proprio inno contro la guerra e la morte in battaglia. Già dagli anni immediatamente
seguenti alla sua pubblicazione, La Guerra di Piero è regolarmente inserita in molte
antologie scolastiche, specialmente delle scuole elementari. De André, tuttavia, era solito
ironizzare su questo aspetto, dicendo di ritenerlo un modo per far sì che i bambini
iniziassero a odiare la canzone già dalla loro tenera età.
A primo acchito e nella sua presentazione, il libro di Badino sembrava essere dedicato al
grande Fabrizio De Andrè e alla canzone “La Guerra di Piero”. In effetti, in varie
interviste, Badino ha parlato lungamente della storia del giovane Piero e della sua amata
Ninetta. Perciò, in questa occasione mi aspettavo una rievocazione della narrazione di
questa storia, ma presto però, il dialogo di Badino si è improntato sulla politica, durante il
quale ha citato il Presidente del Senato della Repubblica italiana, Ignazio La Russa, con un
susseguirsi di richiami dei Gerarchi, dei Podestà, e di Mussolini. Badino ha anche citato
Liliana Segre come “attivista, politica e superstite dell’Olocausto, e testimone attiva della
Shoah” per poi terminare con la parola “partigiani”.

Che l’autore abbia voluto contestualizzare la situazione politica di un periodo buio della
storia italiana che ha portato lacrime, disperazione, fame e la distruzione della nazione, ci
sta. Ma aggiungere, sebbene involontariamente a questa contestualizzazione, Ignazio La
Russa e Liliana Segre, mi è sembrato, voler strumentalizzare la “Guerra Di Pietro” per
ricavarne un discorso politico.
In effetti, gli studenti che hanno posto domande all’autore si sono limitati a parlare della
guerra in generale e non di politica. Anche loro, forse, interessava più parlare dell’assurdità
della guerra e dell’impatto di questa sulla nostra psiche che delle correnti fasciste e naziste
che hanno invaso il nostro paese prima e adesso.
La Storia di Piero parla dei giovani come lui che partono per la guerra mandati a morire da
guerre scatenate da altri, che giocano con la vita altrui senza veramente spiegare loro per
quale ideale combattono.
Il pensiero di De André è molto chiaro (venendo da un anarchico, quale lui era); lui stesso
nella canzone non cita nessuno tranne un giovane che parte in guerra perché il suo governo
lo manda a morire. Voleva forse insegnare ai ragazzi che la guerra non dovrebbe esistere?
Che cercare i colpevoli nel colore dell’uniforme è irrilevante perché sono tutti colpevoli?
Credo che bisogna rispettare lo spirito della canzone di De André se vogliamo uscirne fuori
e un giorno vedere la pace nel cuore di tutti, non solo di Piero.
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