Ferite indelebili di Ketty Domesi, presso Loggia di San Sebastiano Ovada (AL) 31 ottobre – 8 novembre 2025 Inaugurazione: venerdì 31 ottobre 2025, ore 18.00

Ovada, Ferite indelebili di Ketty Domesi

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Ferite indelebili di Ketty Domesi presso Loggia di San Sebastiano Ovada (AL)
31 ottobre – 8 novembre 2025
Inaugurazione: venerdì 31 ottobre 2025, ore 18.00

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Le immagini di Ketty Domesi esposte alla Loggia di San Sebastiano dal 31 ottobre all’8 novembre. Il ricavato sarà devoluto ai progetti della Fondazione Cigno. Dal 31 ottobre all’8 novembre la Loggia di San Sebastiano a Ovada ospiterà la mostra della fotografa anconetana dal titolo “Ferite indelebili – Il tempo che scorre, la memoria che resta”.
L’inaugurazione della mostra, con seguente serata-evento, avverrà alle 18.00 del 31 ottobre. La mostra sarà visitabile dalle 16.00 alle 18.00 nei giorni successivi. Un’esposizione particolare, perché l’artista usa come mezzo la fotografia istantanea in Polaroid, ma anche per l’intreccio di diversi significati. Valorizzare le immagini della Domesi e rendere omaggio al loro significato morale e storico è uno degli obiettivi di Simona Innocenti, che ha promosso e organizzato la mostra in collaborazione con la Pro Loco di Ovada, col patrocinio del Comune di Ovada e con il supporto dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato. Sono immagini che raccontano della dolorosa eredità lasciata dalla tragedia del Vajont, avvenuta nel 1963, e che tracciano un ideale parallelismo con la sciagura simile, e quasi dimenticata, alla diga di Molare nel 1935. Alle ore 21.00 del 31 ottobre, nell’Auditorium della Loggia di San Sebastiano, è in programma la serata evento dal titolo “L’eco delle dighe, un dialogo tra luoghi, memorie e oblio”, con la partecipazione di Barbara Vignolo e Giorgio Ratto che, insieme all’autrice della mostra e con il supporto di uno storico, daranno voce ai racconti e alle testimonianze dei sopravvissuti di entrambe le tragedie per dar vita a un racconto corale. Molare e Vajont sono stati
eventi sconvolgenti che hanno violentato il territorio, provocando, sommandole, più di duemila vittime e segnando le vite di intere generazioni con ferite che, il titolo le richiama, sono indelebili. Indelebili come lo sono quelle che le patologie provocano nella vita e nel corpo di chi le deve subire: ecco perché l’ingresso alla mostra e alla serata evento del 31
ottobre saranno gratuiti, con una raccolta di offerte che saranno devolute alla “Fondazione C.I.G.N.O.”, la ONLUS che si occupa di sostenere i progetti di qualità della vita e accoglienza per i malati oncologici dell’Ospedale Civile di Ovada.
Una ferita del fisico e dell’anima che Simona Innocenti, riprendendo proprio il titolo della mostra, ha subito e che l’ha spinta a organizzare questa iniziativa con un duplice scopo: far sì che il territorio non disperda la memoria della tragedia di Molare e sostenere il meritorio lavoro di chi cerca di alleviare le sofferenze dei pazienti oncologici. Per il curatore della mostra, Vincenzo Izzo, le parole d’ordine a cui fa riferimento Domesi sono “responsabilità, memoria, cura del rapporto tra uomo e natura. La tecnica della Polaroid – aggiunge Izzo – istantanea, sbiadita, maltrattata, accidentale, ha una materialità che si fonde con la gravità del progetto e che amplifica gli echi di questa vicenda”. La mostra gode del patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, dei comuni di Ovada, Molare, Rossiglione e Cremolino.

Ketty Domesi (Ancona, 1971), fotografa da sempre appassionata alla tecnica analogica e alla Polaroid, esplora la fusione tra realtà e fantasia attraverso le sue immagini. Autrice del libro Paralleli e del portfolio Alice in (my) Wonderland, esposto a Parigi nel 2019, sperimenta continuamente nuove forme espressive. Nel 2023 tiene la sua prima mostra personale al
Museo Ghergo di Montefano (MC) con Szczygliński Park (a cura di Carlo Gallerati). Nel 2024 si dedica alla fotografia documentaria con Linea RE1, progetto pubblicato nel libro La serena inquietudine del territorio, 3. Nel febbraio 2025 torna al Museo Ghergo con Ferite indelebili (parte del progetto Ferite e Memorie a cura di Vincenzo Izzo), una documentazione fotografica di sensazioni acquisite negli anni con lo studio e l’approfondimento sulla tragedia del Vajont. Inoltre, si è appena chiusa presso la Galleria Gallerati di Roma la mostra personale Punti di svolta,
frutto di un suo nuovo progetto con le parole che prendono forma e si alternano a immagini astratte e non.

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