Non solo calcio … di Guido Michelone 3

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di Guido Michelone

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Se si dovesse attribuire un Oscar o un Primo Premio per il miglior libro sportivo nell’Italia del 2004, questo
andrebbe senza dubbio al testo illustrato Football grandi club di Alberto Bertolazzi, Stefano Fonsato, Alex
Tacchini, pere le edizioni vercellesi Nuinui.
Si tratta di un grosso libro. Che è pure un bell’oggetto, nonché un valido pretesto come regalo natalizio, in cui i tre autori ricostruiscono – tutti giornalisti professionisti dal curriculum nazionale di altissimo livello – l’iter evolutivo del football (ovvero il calcio, il pallone, il soccer) attraverso le alterne vicende di club (ovvero squadre) che dai primi Novecento a oggi dominano, a seconda dei periodi, nel Proprio Paese oppure in Europa o nel mondo. Di ogni società viene quindi raccontato sia il passato sia il presente, con un occhio di riguardo per i momenti in cui la dea fortuna sorride al team medesimo. In tal senso ci sono alcune nobili decadute, all’estero ad esempio la Honved, il Penarol, il Nottingham Forest, lo Stade Reims, il New York Cosmos; in Italia il Genoa, il Casale e soprattutto la Pro Vercelli. Poi invece esistono gli squadroni mitici a volte immensi, per la quantità di titoli raggiunti tra scudetti e coppe dal Real Madrid all’Ajax, dal Liverpool al Bayern, dal Manchester al Borussia, dal Barcelona al Benfica. In Italia esiste ovviamente la triade Juve-Inter-Milan, senza dimenticare imprese recenti anche di Roma-Lazio-Napoli. Il libro in contemporanea offre pure una lunga panoramica sul football odierno, in continenti o territorio calcisticamente giovani dall’Africa all’Oceania, dal mondo arabo, all’estremo oriente con
Cina, Giappone, Corea del Sud, mentre le Americhe sono degnamente rappresentate dal gioco in Brasile,
Argentina, Uruguay e in parte Messico e Stati Uniti. Il volume inoltre, allargando lo sguardo a ogni angolo delPianeta, va alla ricerca di club meno noti ma degni di essere celebrati.
Football grandi club si presenta altresì come un testo che potrebbe rinviare a ulteriori riflessione, ad esempio sui rapporti tra calcio e cultura, poiché si parla di cultura si dovrebbe anche coinvolgere la storia dello sport (e del calcio in primis), ma succede invece che i giochi di squadra, soprattutto in Italia, vengano e trattati come un mondo a parte, purtroppo ridotto persino a sottoprodotto di ciò che la filosofia idealista pone al di sotto della cultura intesa in primis come letteratura (in generale, denominata umanistica). Dunque cultura umanistica contro cultura sportiva? Purtroppo sì, almeno, sempre nel nostro Paese, per quanto riguarda l’orientamento scolastico e universitario, i mezzi di comunicazioni di massa e persino il ruolo dei ministeri governati e degli assessorati nell’amministrazione locale.
Eppure nella storia dell’uomo le due culture risultano spesso un tutt’uno a cominciare dalla filosofia greca (le Olimpiadi) fino allo stesso Umanesimo e al conseguente Rinascimento (quando a Firenze si inventa il giuoco del pallone che prelude al calcio moderno), che ha quale conseguenza l’idea romantica ottocentesca dello sport come gesto eroico. Forse il sapere e la conoscenza diventano, proprio a partire dall’Ottocento, fenomeni così complessi e stratificati da non riuscire più a occuparsi di tutto ed è questa anche la ragione per cui, in questo libro, risulti un’invenzione britannica, frutto delle nuove idee positiviste che circolano negli ambienti più illuminati.