Consumo di suolo: ogni ettaro perso è un ettaro in più di rischio idrogeologico
Alessandria non può più perdere terreno. La città deve cambiare rotta e investire nella rigenerazione urbana dell’esistente.
I dati più recenti sul consumo di suolo in Italia, pubblicati da ISPRA/SNPA, lanciano un chiaro allarme anche per Alessandria: la città e la provincia continuano a perdere terreno naturale e agricolo, sostituito da cemento, logistica e impianti fotovoltaici a terra.
Nel solo Piemonte, il 2023-2024 ha visto oltre 500 ettari di suolo consumati, con la provincia di Alessandria che si colloca al 4° posto tra quelle più colpite sul territorio regionale, con 55 ettari di suolo consumati nel 2024.
Nel 2024 il capoluogo alessandrino ha registrato un incremento netto di 7 ettari, portando il suolo consumato complessivo a 3.278 ettari e la percentuale di territorio artificiale al 16,1%.
I cantieri lungo la direttrice del Terzo Valico dei Giovi, i nuovi campi fotovoltaici e gli insediamenti della logistica sono tra le principali cause che contribuiscono a rendere il nostro territorio un’area calda dal punto di vista della dinamica del consumo del suolo.
Questi dati confermano e rafforzano quanto emergeva pochi giorni fa dal Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, che colloca Alessandria al 95° posto in Italia per performance ambientale. Il legame è chiaro: Alessandria continua ad inseguire un modello che sottrae suolo fertile, aumenta la cementificazione e aggrava i rischi idrogeologici, proprio mentre la città dovrebbe puntare sulla resilienza e sulla transizione ecologica.
Ogni volta che piove, Alessandria paga il conto di decenni di politiche urbanistiche sbagliate: allagamenti, frane, danni alle colture e disagi per cittadini e imprese.
“Ogni ettaro perso è un ettaro in più di rischio idrogeologico– ha commentato Eugenio Spineto, Segretario di Sinistra Italiana Alessandria- e un ettaro in meno per l’agricoltura e il verde urbano. È il momento di cambiare modello.”
L’unica alternativa concreta è una politica di rigenerazione urbana dell’esistente: recuperare edifici e aree dismesse, creare e ripristinare spazi verdi, prati e zone umide in città, come barriera naturale contro frane e allagamenti., utilizzare tetti e superfici impermeabilizzate per i nuovi impianti.
“Non possiamo continuare a sacrificare il territorio e la sicurezza dei cittadini per un modello di sviluppo obsoleto. Rigenerare– conclude Spineto- significa proteggere le persone, le colture e l’ambiente, restituendo vita a ciò che già esiste.”
Alessandria non può più permettersi di perdere terreno. La città deve cambiare rotta.