Taser si, taser no. L’annuncio della giunta di Alessandria di dotare la polizia locale di taser ha avuto, specie nei gruppi di opposizione differente accoglienza.
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“Siamo lieti che, dopo l’attivazione delle zone rosse, la giunta Abonante abbia anche dichiarato di voler dotare la polizia locale di taser, fornendo agli agenti un fondamentale strumento di autodifesa e dissuasione. Significa che anche il centro sinistra ha compreso che sulla sicurezza non esistono alternative serie alla linea che la Lega consiglia di seguire da anni”.
Così Mattia Roggero, capogruppo della Lega in consiglio comunale ad Alessandria, commenta le recenti dichiarazioni dell’assessore competente, rilevando però al contempo che qualcosa non torna: “Nel corso di agosto – evidenzia Roggero – prima l’esecutivo del sindaco Abonante ha approvato la delibera che introduce i taser, poi in nome di cavilli tecnici l’ha revocata rimandando a successivi atti che al momento non ci sono. Ora l’assessore ribadisce che i taser saranno forniti agli agenti della polizia municipale. Dove sono però le modifiche al regolamento che noi chiediamo da tempo? Non si perda altro tempo, la sicurezza degli alessandrini, lo ribadiamo senza indugi, è un valore assoluto, ed è ora di passare ai fatti concreti”.
Di segno opposto il parere di Sinistra Italiana Alessandria:
La decisione della Giunta comunale di dotare la Polizia Locale del Taser 10 – uno strumento molto discutibile – ci preoccupa molto. Le morti di Gianpaolo Demartis (57 anni a Olbia, il 16 agosto) ed Elton Bani (41 anni, nel Genovese, il 17 agosto), in seguito all’utilizzo di quest’arma, sono eventi recentissimi che avrebbero dovuto far riflettere la Giunta prima di imboccare questa strada.
Contrariamente all’affermazione dell’assessore Mazzoni, secondo cui il Taser “infonderà sicurezza” agli agenti e sarà preceduto da corsi formativi, la cronaca mostra come questo tipo di arma abbia rischi mortali, soprattutto in assenza di conoscenze certe sulle condizioni di salute delle persone colpite.
Noi crediamo che la sicurezza non si costruisca armando ulteriormente gli agenti, ma garantendo loro condizioni di lavoro adeguate: formazione specifica, strumenti di prevenzione e soprattutto un numero sufficiente di operatori che permetta di contare sempre su rinforzi tempestivi.
Il taser, al contrario, può rappresentare un pericolo mortale per chi soffre di patologie pregresse e rischia di trasformarsi in un mezzo che accresce tensioni anziché ridurle. Per questo auspichiamo che venga progressivamente dismesso.
Dopo l’istituzione delle cosiddette “zone rosse”, questa nuova scelta della Giunta conferma una deriva securitaria che non condividiamo: un approccio distante dall’idea di sicurezza sociale e partecipata che vogliamo per la nostra città, fondata su coesione, diritti e prevenzione, non su armi e repressione.