Alessandria, Britannia: la ‘nave’ inaffondabile

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di Sara Bovone

In città si parla spesso del Britannia come locale storico. Tutti sappiamo che è qui da sempre, ci facciamo confortare dai loro panini e piatti caldi anche a tarda notte, ma conosciamo la vera storia di questo locale?

Sono aperti dal 1987, vedendo così crescere e invecchiare le generazioni di alessandrini.

Al bancone troviamo Massimo de Santis, sempre pronto ad aiutare tutto il suo staff, passando dalla spillatrice di birra, alla cassa, alla piasta dei panini con la destrezza di chi lo fa da una vita. Il vero motore di questa attività però sono Laura e Rosy, due sorelle che lavorano senza sosta fianco a fianco.

“Se avessi un euro per ogni panino che ho fatto sarei miliardaria!” afferma Laura con un sorriso pieno di orgoglio.

Classe 1943, nata in tempi di guerra, portata in fasce da un rifugio ad un altro, questa donna ha una grinta invidiabile.

Prima del Britannia, racconta, aveva aperto insieme all’ex marito la prima Cremeria e la famosa Gasthouse qui in Alessandria.

Ma perché si chiama Britannia?

Il locale prende il nome dal panfilo reale britannico, e ogni dettaglio dell’arredamento riporta, con grande attenzione per dettagli, all’atmosfera delle navi britanniche nella fine del XX secolo: legno, divani imbottiti scuri, disegni di antiche navi alle pareti, alcuni oggetti di arredamento come strumenti musicali degli di un’orchestra da nave e vecchi caschi da sommozzatori.

Ma cosa si beve al Britannia?

Si può accompagnare il menù con diverse bevande, alcoliche e analcoliche. La selezione di birre conta 30 etichette diverse tra artigianali e non, ma possiamo trovare anche vino, cocktail e amari, ma se dobbiamo guidare è perfetta la pepsi alla spina!

Il locale è splendido, ma un piccolo angolo ci ricorda che ha attraversato momenti difficili.

Prima delle scale troviamo tre foto del 1994: l’alluvione che colpì Alessandria. Il locale era completamente sott’acqua, e farlo tornare come prima non è stato facile: sono stati chiusi per cinque mesi, in cui hanno lavorato per sistemare tutto.

Questo dovrebbe ricordarci che se anche in alcuni momenti ci sembra che la nostra nave stia imbarcando acqua e possa finire come il Titanic, altre storie ci raccontano che non tutte le navi affondano, a volte rimboccandosi le maniche e continuando a lavorare per raggiungere i propri obiettivi si continua a navigare!