Acqui Terme, il rapporto tra la città e la Divisione che porta il suo nome nel libro di Roberto Volpiano
di Massimo Iaretti

Il legame tra la Divisione Acqui e la città termale è profondo nella storia e nella memoria dell’episodio, dal tragico epilogo delle vicende consumate a Cefalonia con la resistenza ai tedeschi che evitò – da qualunque angolazione la si guardi – la morte della Patria nei giorni che seguirono l’8 settembre con l’Olocausto dei soldati, dei sottufficiali e degli ufficiali italiani che vi persero la vita. Su questo tragico episodio si sono soffermati diversi autori, Giorgio Rochat per citarne uno su tutti, ma in tempi più recenti c’è la segnalare ‘La Divisione Acqui a Cefalonia – Storia e memoria nella città di Acqui Terme’ tesi di laurea triennale del corso di Scienze strategiche dell’Università degli Studi di Torino –Dipartimento di Giurisprudenza, dell’acquese Roberto Volpiano che nel 2019 ha conseguito una menzione nella Sezione Inedito – Tesi di Laurea/Saggio Storico edita successivamente per i tipi di De Ferrari. L’autore, dopo aver descritto lo scenario che fece da prologo e teatro dei fatti tragici del settembre del 1943 e aver illustrato cosa avvenne dopo l’armistizio e le ragioni che portarono il contingente italiano a resistere agli ormai ex alleati germanici si sofferma sulla memoria con le onorificenze ed i riconoscimenti ai Caduti e quella che è la memoria che Acqui Terme ha preservato a chi ha dato la vita per la Patria con l’intitolazione di Corso Divisione Acqui e di altre due vie agli unici acquesi che in quei frangenti perirono, il capitano Michele Verrini, nato ad Acqui Terme il 28 settembre 1911 e fucilato a Troianata (Cefalonia) il 21 settembre 1942, medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria ed il sotto tenente Carlo Caratti, nato ad Acqui inel 1919 e dichiarato disperso in combattimento il 23 febbraio 1944. Inoltre la città ha dedicato un monumento alla Divisione Acqui, inaugurato il 15 ottobre 1967, realizzato il gemellaggio con la città di Argostoli ed è stato creato un documentato ‘Archivio della memoria.
Su questo rapporto dichiara il sindaco Danilo Rapetti: “Il rapporto tra la Città di Acqui Terme e la Divisione Acqui è un rapporto di grande rispetto, in considerazione di un peso e di un orgoglio che la Città porta per quei ragazzi che diedero la propria vita riscattando l’onore d’Italia, da un lato con un atto democratico di consultazione su come reagire rispetto all’intimazione tedesca di deporre le armi e dall’altro con una scelta libera di sacrificio consapevole. L’Italia iniziò da lì la lotta di resistenza e il riscatto dell’Onore per aver partecipato all’Asse. Quell’atto riscattò il nostro onore e per la Città di Acqui è un monito severo, è un monito importante e portare quel nome significa essere consapevoli di cosa significa essere liberi, di quanto e quando ci si debba mettere in gioco quando la libertà è in pericolo”.








