Alessandria, Sinistra Italiana contro le Zone Rosse

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da Sinistra Italiana Alessandria riceviamo e pubblichiamo:

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La nostra recente presa di posizione contro l’istituzione delle “zone rosse” da parte della Giunta
Abonante ha acceso un dibattito importante. Un dibattito che non vogliamo evitare, ma rilanciare.
Perché non ci basta dire “no” a un modello sbagliato: vogliamo spiegare perché crediamo sia
necessario e possibile cambiare completamente sguardo sul tema della sicurezza.
Un nuovo modello di sicurezza urbana non è semplice utopia. È l’unica risposta credibile alla crisi
sociale, climatica e democratica che stiamo vivendo.
Ci si chiede mai sicurezza da cosa, per chi, e a quale prezzo?
Nel modello dominante- quello delle zone rosse, dei presìdi armati, del controllo ossessivo- la
sicurezza è un prodotto da vendere: qualcosa che si misura in quantità di pattuglie e telecamere, non
in qualità della vita.
Ma questa non è sicurezza: è una sua illusione pericolosa.
Quando si colpiscono alcune zone e alcuni soggetti sociali- poveri, migranti, persone con disagio
psichico- si finge di risolvere un problema spostandolo altrove, cancellandolo dalla vista, invece che
affrontarlo.
È una strategia che punta al consenso immediato, ma non cambia nulla, anzi spesso aumenta il
senso di insicurezza generale.
Ma da dove nasce davvero l’insicurezza?
Nasce da un sistema che precarizza il lavoro, che abbandona intere fasce sociali, che taglia i servizi
pubblici.
Nasce da un’urbanistica diseguale, da quartieri dimenticati, da servizi per la salute mentale allo
stremo.
Nasce dal clima impazzito, dai Pfas nell’acqua, dalla paura che ogni pioggia si trasformi in disastro.
Ci sentiamo più sicuri se ci chiudiamo in casa o se sappiamo che il nostro quartiere è vivo,
frequentato, curato?
Ci sentiamo protetti quando vediamo un posto di blocco o quando sappiamo che c’è un medico di
base, un centro di salute mentale, una scuola aperta anche il pomeriggio?
Un’idea falsa ed illusoria di sicurezza ci divide. La solidarietà ci protegge.
L’ossessione per il controllo non rafforza la società: la frantuma.
Ci fa temere l’altro, ci isola, ci convince che la colpa dell’insicurezza sia dei soggetti più fragili,
anziché delle politiche che li hanno abbandonati. Veniamo abituati a pensare che la minaccia sia
sempre “fuori da noi”, mai nel sistema che ci isola, ci precarizza, ci rende fragili.
Ma la verità è che la sicurezza non nasce dal controllo. Nasce dalle relazioni.
Una città viva e solidale protegge meglio di mille telecamere perchè le persone si conoscono, si
aiutano, interagiscono.
Prendiamo atto della volontà espressa dalla Giunta Abonante di avviare progetti integrati con il
Dipartimento di Salute Mentale e con i Servizi Sociali, così come riconosciamo positivamente il
potenziamento dei servizi educativi cittadini. È questa la direzione giusta ed è lì che vanno
indirizzate risorse e attenzione politica, evitando di introdurre una logica emergenziale e repressiva
che rischia di vanificare il lavoro lento, paziente, collettivo di presa in carico e prevenzione.
Nella nostra visione la sicurezza non è una promessa individuale, ma sapere che nessuno verrà
lasciato indietro. È dare diritti, reddito, case, trasporti, istruzione, aria pulita, stabilità,
partecipazione.È trasformare la rabbia in cittadinanza.