In un incontro con gli organi di informazione il Partito Democratico di Novi Ligure ha affrontato le criticità che si registrano per il territorio novese dalla frana di Carrega alla tangenziale di Novi. La posizione è stata raccolta nel documento che di seguito pubblichiamo:
Pubblicità
Il Partito Democratico di Novi Ligure esprime forte preoccupazione per l’assenza di visione, programmazione e trasparenza nella gestione delle opere pubbliche nel territorio provinciale di Alessandria, con una evidente tendenza a lasciare indietro le periferie. L’episodio verificatosi a Carrega Ligure, dove la Provincia ha ignorato ben tre ordinanze sindacali e ha sbarrato la SP147 sostituendo i lucchetti senza coinvolgere il Comune, rappresenta un atto grave di arroganza istituzionale. Si è arrivati a negare nei fatti l’autorità sanitaria e di protezione civile del Sindaco, calpestando lo Stato di diritto. Le dichiarazioni del Presidente Benzi, che parlavano della mancanza di appena 100.000 euro per riaprire una strada essenziale, hanno suscitato ulteriore sconcerto. Tuttavia, pare che i fondi necessari siano finalmente stati individuati, probabilmente anche grazie alla determinazione dell’amministrazione di Carrega, che non ha mai smesso di sollecitare una soluzione rapida, e al concreto intervento politico del nostro parlamentare di riferimento, l’on. Federico Fornaro, che ha portato la questione in Parlamento con un ordine del giorno approvato alla Camera. Una dimostrazione che l’impegno delle istituzioni, se coordinato, può ottenere risultati. Per fare un confronto: la Regione Piemonte ha speso 10 milioni di euro per installare recinzioni contro la peste suina. Una misura rivelatasi inefficace e costosa, che ha pesato sulle casse della collettività. È doveroso ricordare che quella scelta è stata fortemente sostenuta anche dall’attuale assessore regionale ed ex presidente della Provincia di Alessandria, Enrico Bussalino. Bastava appena l’1% di quella cifra per risolvere il problema di Carrega. Rimane altrettanto irrisolta la questione della Tangenziale di Novi: un’opera strategica per lo sviluppo industriale del territorio e per la salute dei cittadini. Durante un recente incontro pubblico nella sala consiliare, con rappresentanti di Regione e Provincia, è emerso che mancano i fondi per completarla. Regione e Provincia non sono in grado di finanziarla e si attende un possibile intervento di RFI. Di fronte a questa situazione, sorprende l’atteggiamento dell’opposizione di centrodestra novese che, presente ai tavoli istituzionali con Regione e Provincia, invece di difendere e sostenere il completamento della tangenziale di Novi – progetto già approvato e in parte finanziato – rilancia l’ipotesi di un nuovo casello autostradale a Pozzolo Formigaro. Un’idea che, al pari di un gioco dell’oca, riporterebbe la discussione al punto di partenza, facendo perdere tempo prezioso e soprattutto senza alcuna garanzia sulla realizzabilità dell’opera. Il tutto con un costo potenziale di decine di milioni di euro, a fronte degli 8 milioni circa mancanti per completare una tangenziale pronta e strategica per il territorio. Infine, la vicenda del ponte sul Bormida ad Alessandria: solo poche settimane fa si esultava per un finanziamento utile grazie all’intervento dell’on. Molinari (Lega). Nei giorni
scorsi, lo stesso parlamentare, dice che “il Comune Alessandria si deve cercare i fondi mancanti”. Siamo all’assurdo. Non meno grave la situazione a Cassano Spinola, dove un semaforo è stato installato lungo la SP35 senza alcun confronto con le amministrazioni locali, creando disagio e confusione. A Tortona, ANAS annuncia controlli al ponte sullo Scrivia ma senza date certe, né indicazioni sulle eventuali conseguenze per la viabilità. Emblematica la vicenda di Egato, l’ente di governo del ciclo idrico, presieduto da Perocchio – assessore provinciale ai lavori pubblici e consigliere comunale a Novi – già coinvolto nel commissariamento della nostra città nella passata consiliatura. Un esempio lampante di gestione accentrata, opaca e fallimentare. Con l’ultima delibera promossa da Egato, è stata esclusa Gestione Acqua S.p.A., il principale gestore del servizio idrico integrato nei territori del Novese, Tortonese e Ovadese. Una decisione miope che mette a rischio l’accesso a finanziamenti e investimenti fondamentali per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture idriche locali. Un danno ingente per cittadini, imprese e amministrazioni del territorio. Chiediamo con forza:
una nuova regia per le infrastrutture locali;
il ritorno all’elezione diretta delle Province;
rispetto per i territori, soprattutto quelli più periferici.