

Acciaierie d’Italia: forte presa di posizione dell’Arcivescovo di Genova e del Vescovo di Tortona
Si decida in fretta il futuro degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure delle Acciaierie d’Italia. E’ la forte richiesta contenuta in un comunicato congiunto dell’Arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, e del Vescovo di Tortona, monsignor Guidi Marini. Lo pubblichiamo volentieri integralmente:

La Chiesa è da sempre attivamente partecipe della realtà nella quale vive e della quale condivide
gioie e speranze, fatiche e sfide; per questo è sempre particolarmente attenta anche alle questioni
riguardanti il mondo del lavoro, una “vocazione dell’uomo ricevuta da Dio” (Omelia del Santo Padre
Francesco nella celebrazione eucaristica a Casa Santa Marta, 1º maggio 2020).
Gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia presenti a Genova e a Novi Ligure fanno parte integrante della
storia industriale e sociale dei territori sui quali insistono e hanno permesso la formazione di
professionalità specifiche dando lavoro a migliaia di famiglie.
L’Arcidiocesi di Genova e la Diocesi di Tortona seguono quindi con molta attenzione e
preoccupazione lo stato di disagio che si è andato consolidando in questi anni e che si è
ulteriormente complicato nelle ultime settimane.
La vicinanza e la presenza costante in questi ambienti di lavoro ci hanno permesso di capire che
non sussistono motivazioni per un depotenziamento dei due siti e per un prolungamento
dell’incertezza nella quale da molto tempo vivono i lavoratori. Gli impianti presenti, infatti,
rimangono concorrenziali e le produzioni, anche per la loro indiscussa qualità, hanno mercato.
Il dialogo con le nostre realtà lavorative ci porta a ritenere che il ridimensionamento o la divisione
dei due stabilimenti comporterebbe un impoverimento incalcolabile, non solo in termini economici e
di posti di lavoro, ma anche a livello sociale. La perdita di professionalità e di capacità produttiva,
cresciuta in decenni di attività, minaccerebbe una vera e propria cultura del lavoro che ha prodotto
risultati sociali significativi.
Un atteggiamento di grande responsabilità e correttezza è stato dimostrato finora dai lavoratori
nella gestione di questa crisi. Tuttavia, se la situazione dovesse aggravarsi o peggio precipitare, le
tensioni sociali non potrebbero che acuirsi.
Pensiamo inoltre che per sbloccare la situazione sia necessario un intervento risoluto dello Stato,
affinché si possano garantire un piano industriale e un programma di riqualificazione energetica
credibili e concreti. La questione delle Acciaierie d’Italia dovrebbe essere riconosciuta come
“nazionale”. L’acciaio, infatti, è un settore strategico per lo sviluppo economico del nostro Paese e,
in quanto tale, merita la massima attenzione a livello istituzionale.
La Chiesa di Genova e quella di Tortona uniscono le loro voci, auspicando che vengano prese
decisioni rapide e atte a dare serenità ai lavoratori e alle loro famiglie, garantendo così anche il
futuro delle comunità coinvolte.