

Ciao Antonio, in ricordo di un amico da sempre
di Massimo Iaretti

Ci sono notizie che non vorresti mai dare, non vorresti mai scrivere una riga. La scomparsa di Antonio Barbato, avvenuta nella sua Finale Ligure, dove era nato 70 anni fa e alla quale si sentiva molto legato nonostante avesse passato grande parte della sua vita a Casale Monferrato, è una di queste. Se n’è andato per un qualcosa di improvviso e imponderabile mentre dal giardino guardava il mare. Artista e animatore della vita culturale casalese per moltissimi anni, prima come fondatore del Gruppo Arte Casale con Pio Carlo Barola e Gian Paolo Cavalli del Gruppo Arte Casale, poi bibliotecario e direttore di Biblioteca a Moncalvo e archivista. Uomo di cultura e di grande umanità lascia la moglie Gabriella, i figli Elisa e Eugenio, il fratello Roberto e la sorella Marina cui era molto legato, come pure con le loro famiglie. Antonio lo conoscevo da moltissimi anni, potrei dire dalle scuole medie, anche se di riflesso, perché prima avevo conosciuto Roberto, con il quale uscivo in compagnia. E ricordo come Roberto parlava – sembra ieri ma sono passati oltre 50 anni – del fratello più grande che frequentava il liceo scientifico. Poi, negli anni Ottanta abbiamo preso a conoscerci e frequentarci meglio e, in un certo senso, ebbe anche un peso nella mia svolta giornalistica. Io provenivo da 2 anni di cronache giudiziarie sulla Vita Casalese e lui era appena stato assunto a Moncalvo come bibliotecario (tutto quello che è venuto dopo ha portato la sua impronta). Di qui un’idea: perché non fare io il corrispondente da Moncalvo, visto che il giornale non lo aveva. Così tutti i giovedì pomeriggio mi passava a prendere, poi io andavo per il paese alla ricerca di notizie e lui era, come da orario, in Biblioteca allora posizionata in Casa Montanari. E come non dimenticare gli innumerevoli passaggi che mi ha dato a Torino nei due anni che aveva frequentato all’Archivio di Stato per seguire il corso in Archivistica e Diplomatica, con il sottoscritto che frequentava al pomeriggio il corso di diritto e procedura penale militare a Palazzo Nuovo. I ricordi con Antonio sono moltissimi: le cene a casa sua e di Lella sposati da poco nell’alloggio in piazza Battisti, quelle quando si erano trasferiti in piazza San Francesco vicini a casa mia in via Savio (a volte bastava parlarsi dal balcone, una sorta di telefono senza fili), le tappe a metà strada per Torino per bere una birra, le chiacchierate serali, accompagnandosi a vicenda, l’amicizia con mio fratello Fabrizio, la visita alla sua prima mostra a Campertogno dove spiccava il suo “Segnale fluviale’, la notizia che lo elettrizzò che avrebbe esposto a Torino il suo ‘Re del Mondo’, il quadro che regalò per il mio matrimonio con Tiziana. Negli ultimo anni ci siamo frequentati meno, l’ultima volta l’avevo visto (ero di corsa) con Lella nel dehor di una bar e c’eravamo salutati con la cordialità di sempre, perché amicizia non è mai mai venuta meno. Con lui, tra l’altro era anche uno stimato docente all’Unitre, Casale Monferrato perde un Uomo di cultura, una persona buona, dalla ironia sagace, dalla simpatia innata. Spero che la sua passione per l’arte, per la lettura, per la cultura, venga preservata per chi c’è e chi verrà. Nel sentirmi vicino ai familiari tutti, dico soltanto un semplicissimo
Ciao Antonio
Voglio sempre ricordarti così sorridente come nella foto con Cavalli e Piergiorgio Panelli