25 anni dalla alluvione che devasto il nord Italia in particolare il Piemonte è stata ricordata a Palazzo Ghilini e nel casalese

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Un ricordo dell’alluvione del 2000

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Nell’ottobre 2000 ampia parte del territorio piemontese fu interessata da un grave evento alluvionale che coinvolse oltre il 50 % della regione: tra le giornate di Venerdì 13 Ottobre e lunedì 16 Ottobre 2000 intense precipitazioni si riversarono su gran parte della Regione Piemonte, apportando allagamenti, frane,smottamenti ed ingenti danni alle infrastrutture. Tali accumuli furono eccezionali, poiché piogge dell’ordine di 400 mm in 60 ore, con punte diffuse superiori ai 600 mm su aree molto vaste del territorio (migliaia di chilometri quadrati), rappresentano il risultato di una situazioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli. Conseguentemente quasi tutti i corsi d’acqua interessati s’ingrossarono rapidamente ed esondarono. In provincia di Alessandria l’area più colpita dalla furia della piena del fiume Po e del Sesia fu il casalese, ove la situazione si rivelò disastrosa a Casale e nei sobborghi Oltreponte e Popolo, a Terranova, Morano, Balzola, Villanova, nonché Coniolo e la Piagera di Gabiano; fu una vera catastrofe con migliaia di sfollati, case e strade invase dal fango. L’economia venne nuovamente messa in ginocchio: industrie e negozi devastati, danni estesi all’agricoltura.
L’esondazione del Po in provincia di Alessandria ha iniziato a manifestare i suoi effetti distruttivi a partire
dalla giornata del 15 ottobre 2000. Solo i tempestivi interventi di allertamento e sgombero delle abitazioni hanno consentito di evitare una tragedia di enormi proporzioni, almeno per quanto riguarda la
popolazione. Gli effetti dell’evento hanno interessato in modo catastrofico soprattutto i territori ubicati sulle sponde del fiume Po . In particolare sono stati estesamente danneggiati i comuni
di Morano sul Po, Balzola, Casale Monferrato e l’area industriale di Villanova Monferrato e hanno comunque riportato danni significativi anche i territori di Moncestino, Gabiano, Camino, Coniolo e Pontestura. Già a pochi giorni dall’evento le prime stime dei danni indicavano, per il solo comune di Casale, tremila abitazioni coinvolte, 70 esercizi commerciali, circa 150 piccole imprese artigiane e diverse industrie; alcune migliaia i lavoratori in cassa integrazione. Un centinaio le imprese coinvolte fra Villanova, Morano e Balzola. Danni ingentissimi anche per le attività commerciali e agricole; centinaia i capi di bestiame annegati; migliaia gli ettari di terreno agricolo devastati (colpiti soprattutto mais tardivo e riso). Ad evento concluso il bilancio fu di 27 morti (18 in Valle d’Aosta, 5 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 in Trentino-Altro Adige), 128 feriti, 4 dispersi e circa 50.000 sfollati. I danni complessivi ammontarono a circa 2.500 milioni di euro.